lunedì 29 luglio 2013

Scrivo su commissione

Aveva preso un libro, no era un enorme quaderno nero. Nera la copertina rigida. Dentro era bianco. Anzi no. Era pieno di righe. Fittissime righe. Voleva scrivere, riempirlo tutto di parole.
Si sedette, accavallò le gambe e l’uomo seduto al tavolino al bar di fronte a lei si perse con gli occhi tra le cosce, cercando l’orlo delle calze. Lei se ne accorse. L’uomo aveva una vistosissima erezione, compressa nel denim dei pantaloni. Prese la penna, la mise tra le labbra, la morse. La girò, socchiuse la bocca, la lingua giocò col piccolo cappuccio nero. All'uomo cadde la mascella e non dissimulò più la sua attenzione. Non la mollava con lo sguardo più. Quando si alzò lui la seguì. Fu allora. Che col taglio del quaderno lo colpì sul collo rapida e veloce. Paulette eseguì così la nuova "commissione". Aub gliela aveva commissionata: vai e, in dieci righe, uccidimi un coglione.

(dedicata a Pennellina)

Scritto da Faber e dedicato

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